sabato 9 marzo 2013
[Politica Internazionale]
Seul, 8 marzo. - La Corea del Nord ha minacciato di sferrare un attacco nucleare "preventivo" contro gli Stati Uniti e qualsiasi altra potenza ostile. Il monito è stato lanciato dal portavoce del ministero degli Esteri poche ore prima del voto al Consiglio di Sicurezza dell'Onu verso le nuove e più severe sanzioni a Pyongyang in seguito al suo terzo test nucleare effettuato a febbraio, ignorando il “no” delle Nazioni Unite. Il portavoce ha dichiarato che una nuova guerra tra le due Coree è "inevitabile". La Corea del Nord: "Ora che gli Stati Uniti si apprestano a dare inizio a una guerra nucleare contro le forze rivoluzionarie", ha aggiunto in una nota rilanciata dall'agenzia di stampa Kcna, "eserciteremo il diritto ad attacchi preventivi contro le roccaforti nemiche". Le nuove dichiarazioni arrivano anche a pochi giorni dalle annuali esercitazioni militari congiunte tra Corea del Sud e Stati Uniti che avranno inizio lunedì 11 marzo.
La Cina ha rivolto un monito alla Corea del Nord, invitandola alla ''calma'' e alla ''moderazione'' dopo che il regime di Pyongyang ha prospettato una guerra atomica in risposta alle nuove sanzioni Onu approvate dopo un lungo negoziato con Stati Uniti e Cina, il principale alleato della Corea del Nord che puntano a fermare il programma di missili nucleari di Pyongyang introducendo misure più severe attraverso restrizioni di tipo finanziario e controlli sulle merci importante. La Corea del Nord ha poi unilateralmente abrogato ''tutti gli accordi di non aggressione'' con Seoul e ha annunciato la cancellazione del collegamento telefonico di emergenza. Lo ha comunicato l'agenzia centrale telegrafica coreana, che precisa che verrà anche annullata la dichiarazione congiunta dei partecipanti alle trattative sul nucleare e verrà interrotta la linea diretta fra Nord e Sud sul confine a Panmunjom, confermando le minacce di attacchi alla Corea del Sud “se il nemico oltrepassa il territorio”.
L'Unione Europea, attraverso Catherine Ashton, ha invitato a sua volta il regime nordcoreano a ''pensare al bene del suo popolo invece di lanciare minacce''.
Il principale patto di non aggressione risale al 1991 e impegnava la Corea del Nord e del Sud a risolvere le divergenze in modo pacifico.
Come anticipato poco prima, il primo "effetto immediato" è stata la chiusura della linea telefonica diretta con Seoul al villaggio intercoreano di Panmunjeom. La hotline, installata nel 1971, era un mezzo di comunicazione diretta in un momento di alta tensione, ma veniva anche utilizzata per coordinare il passaggio di persone e merci attraverso la pesantemente fortificata Zona demilitarizzata.
Un comunicato del governo ha dichiarato: "Quello che resta da fare è regolare i conti con loro (la Corea del Sud) solo con la forza fisica”.
Il giovane leader nordcoreano Kim Jong-Un ha minacciato la «guerra totale visitando le basi militari su due isolette vicino al contestato confine marittimo con la Corea del Sud, ha affermato che Pyongyang «è pronta a combattere una guerra totale in stile coreano». Parlando alle truppe di stanza nell’isola di Mu, Kim ha minacciato che la minima provocazione si tradurrà in un ordine immediato di «sostanziale avanzata» lungo la linea di frontiera. Sull’isola, il leader coreano – che era accompagnato da una folta delegazione di gerarchi di regime – ha ispezionato le unità di artiglieria che nel novembre del 2010 colpirono la vicina isola sudcoreana di Yeonpyeong, uccidendo quattro persone, e scatenando per qualche ore i timori di una guerra conclamata.
Secondo gli esperti la minaccia della Corea del Nord contro gli Stati Uniti è piuttosto vaga; più a rischio, invece, sono la Corea del Sud, Giappone e i territori americani di Guam. Le coste nipponiche sono a meno di 1.000 km di distanza e rientrano nel raggio dei missili a corta e media distanza negli arsenali di Pyongyang.
L’esercito nordcoreano è davvero numeroso, ben superiore a quello della Corea del Sud: gli oltre 1,2 milioni di soldati nordcoreani sono il doppio delle 640mila unità sudcoreane (appoggiate da circa 26mila soldati statunitensi di stanza nel Paese). Ma, l’efficacia dell’esercito nordcoreano è ben lontana da quello che i numeri sembrano suggerire: il poverissimo regime ha pressoché abbandonato l’esercito convenzionale concentrandosi sulle armi nucleari e i missili balistici. Seoul, comunque, a dicembre ha messo in guardia dal rischio che l’artiglieria schierata lungo la zona smilitarizzata che separa le due Coree possa lanciare una raffica di colpi «improvvisa e massiccia» sulla capitale Seoul, che si trova ad appena 50 km dal confine.
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