giovedì 3 dicembre 2015
[Attualità] Scontri nel Tempio Jogye per il sindacalista in fuga dalle autorità
Nella foto, uno strumento di legno usato durante i rituali buddhisti giace a terra al Tempio Jogye, durante una colluttazione tra la gente del tempio e dei manifestanti.
Il santuario buddhista è diventato un focolaio di polemiche dopo che Han Sang-gyun, leader della 'Korean Confederation of Trade Unions (KCTU)' ricercato dalla polizia con l'accusa di istigazione alla violenza, si è rifugiato nel posto. Fedeli e gruppi civici che frequentano il tempio lo accusano di "abusare" del luogo per perseguire programmi politici e chiedono ad Han di consegnarsi alla polizia, concedendogli del tempo fino al 6 dicembre.
Tali obiezioni sono rare, poiché il tempio e le altre strutture religiose sono da tempo utilizzate in Corea come santuari per gli attivisti sociali in fuga dalle autorità. Il leader è rimasto lì per oltre due settimane e la frustrazione è alta tra coloro che vanno al tempio perché è ormai il centro di un confronto politico, e la struttura è anche circonda da oltre 500 agenti di polizia e un gran numero di giornalisti.
Durante il suo soggiorno, Han ha continuato ad essere attivo online, pubblicando un messaggio per il prossimo raduno di massa il 5 dicembre.
Secondo il tempio, un gruppo di buddhisti ha tentato di cacciare con forza il sindacalista, affermando che Han e la KCTU disturbano il loro diritto di meditare in silenzio. Ma l'azione è fallita; Han ha resistito con vigore nel corso di una colluttazione. Tuttavia, circa 10 leader KCTU che si erano rifugiati nel tempio con Han sono stati costretti ad abbandonarlo. Questo è stato il primo tentativo da parte dei cittadini di costringere dei sindacalisti a uscire dal luogo religioso.
In precedenza, Han e gli altri capi KCTU hanno dichiarato che sarebbero rimasti lì fino al 5 dicembre.
Park Jun, vice capo dell'associazione buddhista del tempio ha dichiarato: "Se ha violato la legge, allora dovrebbe arrendersi alle autorità", "piuttosto che affrontare le conseguenze delle sue azioni, si nasconde dietro un ente religioso".
Park e circa altri 150 leader delle associazioni da tutto il paese hanno tenuto una riunione per discutere la questione con i funzionari del tempio. Egli ha comunicato: "Abbiamo deciso di aspettare fino al 6 dicembre, il giorno dopo la seconda manifestazione in programma", "se Han non andrà via, ci potrebbe essere un altro scontro fisico".
Dopo lo scontro, i colleghi sindacalisti hanno dichiarato: "Han si sta nascondendo nel tempio non come individuo ma come rappresentante degli operai della nazione, che soffrirebbero se il governo portasse avanti unilateralmente il suo piano di riforma del sistema del lavoro". In più, hanno avvertito che se gli ufficiali di polizia entreranno nel tempio per arrestarlo, il sindacato lancerà una lotta a tutto campo,per cui si prevedono continui scioperi.
I funzionari del tempio hanno chiesto a Han di andare via poiché alcuni monaci si sono opposti al suo soggiorno, secondo questi, infatti, si darebbe l'impressione che il tempio condoni gli atti violenti illegali. Ma Han ha respinto la loro richiesta e ha continuato lo sciopero della fame. I funzionari hanno espresso rammarico e hanno intenzione di trovare presto una soluzione per porre fine alla situazione.
Cr: Yonhap, Koreatimes
Tr: Ciao Korea
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