sabato 25 gennaio 2014
[Economia] L’Italia e il mercato coreano
L’Italia ha con la Corea del Sud un rapporto fondato principalmente sull’interscambio commerciale. Le statistiche relative all’interscambio Italia-Corea evidenziano una ripresa dalla crisi di fine 2008: nel 2010, infatti, le esportazioni italiane verso il paese asiatico sono aumentate del 15,6% rispetto al 2009, raggiungendo la soglia dei 2,5 miliardi di euro.
Anche per quanto riguarda le importazioni si registra un aumento significativo: il loro valore è infatti aumentato del 38,3%, passando da poco più di 2,1 a quasi 3 miliardi di euro. L’interscambio commerciale complessivo tra i due paesi nel 2010 si attesta quindi sui 5,5 miliardi di euro, in aumento rispetto al 2009 ma ancora inferiore rispetto ai livelli pre-crisi.
La bilancia commerciale 2010 risulta ancora una volta in passivo per l’Italia, come lo è stato del resto dal 2005 al 2008. Solo nel 2009 vi era stata un’inversione di tendenza, che aveva portato il nostro paese a ottenere finalmente un saldo positivo.
La Corea si colloca, nel primo semestre del 2010, al ventisettesimo posto assoluto come fornitore e al trentunesimo posto assoluto come cliente dell’Italia. In entrambi i casi la sua posizione è migliorata rispetto agli anni precedenti, sintomo di una crescita dei rapporti commerciali tra i due paesi.
Per quanto concerne le esportazioni dell’Italia in Corea, i principali settori interessati nel 2010 sono stati: Macchinari e apparecchiature nca; Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili; Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici; Prodotti chimici; Articoli di abbigliamento (anche in pelle e pelliccia); Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche; Prodotti della metallurgia; Computer e prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi; Prodotti delle altre industrie manifatturiere; Prodotti tessili e Prodotti alimentari. Per quanto riguarda invece le importazioni in Italia dalla Corea, i principali settori interessati nel 2010 sono stati: Altri mezzi di trasporto; Computer e prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi; Prodotti della metallurgia; Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi; Prodotti chimici; Macchinari e apparecchiature nca; Articoli in gomma e materie plastiche; Coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio; Apparecchiature
elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche; Prodotti tessili e Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature.
Secondo i dati rilasciati dal Ministry of Knowledge Economy coreano, i casi di investimenti italiani in Corea nel 2010 sono stati solo 20 per un totale investito di 29,28 milioni di dollari US.
Ad attrarre è soprattutto il settore dei servizi, principalmente finanza e assicurazioni. Fra gli investimenti italiani di rilievo si segnalano quello della padovana Arneg, che produce frigoriferi industriali, quello della multinazionale italo-francese ST Microelectronics nel settore dei semiconduttori e della Telit Communication Spa, azienda operante nell’ambito della telefonia mobile18.
Gli investimenti coreani in Italia nel 2010 sono stati in tutto 15 e hanno totalizzato 1,82 milioni di dollari US. È importante sottolineare come entrambi i paesi difettino di una diffusa conoscenza delle rispettive potenzialità economiche: da un lato, infatti, l’Italia non è preferita come meta degli investimenti perché gli investitori coreani privilegiano di norma i paesi emergenti rispetto a quelli a economia matura e, nel caso in cui investano nei paesi europei, preferiscono altre mete come Regno
Unito (3,27 miliardi di dollari US nel 2010), Germania (791 milioni di dollari US nel 2010) e Francia (497 milioni di dollari US); dall’altro, scarsa è la percezione della Corea come potenza industriale altamente sviluppata e con un ottimo settore di ricerca tecnologica19. Una più continua e incisiva presenza diretta in Corea potrebbe aiutare le imprese italiane a conseguire non solo il consolidamento della propria posizione nel mercato coreano, ma anche una più efficace penetrazione nei mercati asiatici.
Tenendo conto anche della specializzazione settoriale delle imprese italiane, gli ambiti dell’industria coreana che di fatto risultano essere più attraenti per gli investimenti, sono il settore macchinari, automobilistico (componentistica), della cantieristica navale, chimico-plastico, dell’elettronica e delle telecomunicazioni.
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18: SACE, Scheda paese: Corea del Sud, ottobre
2010, p.4, www.sace.it.
19: ICE, “Repubblica di Corea”, Rapporti Paese
congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero, 2009, p.23.
cr: Dossier Corea del Sud
L’impresa verso i mercati internazionali;
a cura di Ministero dello Sviluppo Economico, InterprofessionalNetwork
foto: korea.net
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