L'anno scorso si è registrato un aumento nel numero di persone che hanno presentato una denuncia per abusi on-line e calunnia. Anche se spesso ricorrono a questo rimedio personaggi famosi, molte delle vittime sono persone normali, spesso giovani, coinvolti in aggressive provocazioni. Sono dilaganti anche frodi on-line in cui si utilizzano foto di altri nell'account.
Il Prof. Sohn Dong-young della Hanyang University ha spiegato infatti che normalmente i messaggi con calunnie sui social media si diffondono tra amici o follower, ma possono aumentare e diffondersi senza un controllo. Il numero di casi di diffamazione e calunnia denunciati alla polizia è quasi raddoppiato da 8.880 nel 2014 a 15.043 lo scorso anno. Ma solo il 60% di questi si sono conclusi con arresti, in parte perché l'origine delle calunnie è difficile da rintracciare, soprattutto se gli utenti sono anonimi e utilizzano piattaforme con server all'estero come Facebook.A volte gli operatori stranieri collaborano con la polizia coreana, ma solo in casi gravi come minacce di morte o collegamenti terroristici.
Un portavoce della polizia ha dichiarato che anche se gli operatori forniscono informazioni questo aiuto non è molto utile: "Normalmente otteniamo le informazioni dell'utente come IP o indirizzi di posta elettronica, ma molti di loro si registrano all'estero e utilizziamo pseudonimi o indirizzi e-mail non verificati", ha dichiarato Choi Joon-young della "National Police Agency".
Le vittime possono chiedere ai social network di eliminare i messaggi, i post o le risposte, ma non tutte le richieste sono accettate. All'inizio di quest'anno, centinaia di netizen hanno chiesto a Facebook di eliminare un account "Peeping Tom", in cui erano state memorizzate informazioni personali della gente comune come foto, nomi e età, ma Facebook ha rifiutato perché l'account non stava violando le sue regole. L'account è ancora aperto e ha circa 30.000 folllower.
Cr: Chosun Ilbo
Tr: Ciao Korea
Nessun commento:
Posta un commento