HAPKIDO
Breve introduzione:
Lo Hapkido (합기도 in hangŭl, 合氣道 in
hanja) è una nobile arte marziale coreana per la difesa personale e per lo
sport agonistico il cui nome è scritto con gli stessi tre caratteri cinesi
dello Aikido, ma le sue tecniche si discostano dall’arte marziale di origine
giapponese.
Esistono
diversi modi di tradurre in italiano il nome Hapkido, tra i quali: "Via della coordinazione dell’energia", oppure “Arte di intrappolare gli attacchi avversari”.
Hap: coordinazione; Ki: energia interna; Do: via, cammino.
La
disciplina dello Hapkido è stata la prima arte marziale mista moderna. Essa è
stata recentemente codificata ma affonda le sue radici nelle arti di
combattimento coreane e in quelle derivanti dai popoli invasori nel corso dei
secoli, tra cui cinesi, mongoli e giapponesi.
La storia:
Dopo l'unificazione nel 661 a.C., il re
Chinhung istituì un'élite di guerrieri chiamati Hwarang (cavaliere in fiore o
uomo che fiorisce). Questi combattenti appartenevano alla nobiltà coreana e
seguivano un preciso codice etico-militare in quanto dovevano sottostare ad un
duro addestramento (combattimenti a mani nude, allenamenti di tiro con l'arco,
tecniche di spionaggio, etc.), approfondire i dettami del Buddhismo ed
eccellere nelle arti come il disegno, il canto e la danza.
La
profonda dedizione dei Hwarang, nei successivi 500 anni della dinastia Silla,
favorì la nascita di diverse forme di combattimento.
La maggior parte degli artisti marziali
accettano il 1958 come data di fondazione dello Hapkido. Alcuni sostengono che
sia il risultato della collaborazione di
vari maestri (Ji Han-jae, Kim Moo-hong,
Suh Bok-sub e Myung Jae-nam) alla fine del periodo del colonialismo
giapponese in Corea. Mentre altri riportano che lo Hapkido sia stato divulgato
in Corea dal Grande Maestro Choi Yong
Sul (1899-1986, o secondo alcuni 1904-1986). Choi Young Sul,
dopo essersi trasferito in Giappone, avrebbe studiato per circa 30 anni uno
stile di combattimento a mani nude rinomato nel Paese del Sol Levante per la
sua efficacia, lo Aikijūjutsu daitō-ryū, sotto gli insegnamenti del Maestro Takeda Sokaku. Si afferma che Choi Yong Sul sarebbe stato l'unico ad apprendere in modo
approfondito tale disciplina da Takeda, nonostante molti sostengano che
quest’ultimo non avrebbe mai insegnato ad un povero ragazzo coreano in quanto,
a quel tempo, i giapponesi si consideravano superiori, e che Choi dunque fosse
solo un servitore del maestro. Anche il grado in cui Choi sarebbe stato addestrato risulta ancora oggi
un argomento particolarmente controverso.
Ad ogni modo, dopo essere tornato dal Giappone, alla fine del dominio
giapponese in Corea (1909-1945), Choi Young Sul avrebbe trasmesso ai coreani
l'arte marziale appresa in Giappone.
Un’altra
fonte riporta che, nel 1912, il giovanissimo Choi venne rapito da un venditore
di dolci e deportato nella terra del Sol Levante. Dopo una serie di peripezie,
entrò a far parte della famiglia del Gran Maestro Sokaku Takeda, illustre
rappresentante dello Aiki-jitsu Daito Ryu. Da quel momento in poi, il Maestro
giapponese non solo si sarebbe preso cura del ragazzo, ma gli aprì anche le
porte allo studio delle arti marziali, insegnandogli l’arte dello Aiki-jitsu e
diverse altre tecniche di combattimento. Tornato in Corea intorno agli anni
’50, il Maestro Choi diede vita ad un proprio metodo di allenamento, creando un
sistema completo per la difesa personale.
Lo
Aikijūjutsu Daitō-ryū fu trasmesso con il termine coreano Yu Sul o Hapkiyusul o Hapkiyu kwon sul, e poi mantenuto con
il nome Korean Hapkido Hapkiyusul,
dove il termine “Yu” indicava la
cedevolezza delle tecniche alla forza dell’avversario ed il termine “Sul” la tecnica marziale, cioè rivolta
al combattimento.
Ufficialmente,
invece, è riconosciuto come padre moderno dello Hapkido il Maestro Ji Han Jae.
Egli studiò lo Hapki Yu Sul insieme al Maestro Choi sino all'acquisizione del
3° dan e, successivamente, insieme ad altri Maestri imparò nuove tecniche a
mani nude e con armi differenti. Egli apprese anche: il Tae Kyon, un sistema di lotta coreana antichissima con movenze
simili alla danza che insegna a spostarsi, posizionarsi e reagire in base ai
movimenti e gli attacchi dell’avversario, utilizza principalmente colpi inferti
con le gambe, colpendo a qualsiasi altezza; il Jang-Bong, il bastone lungo coreano che incorpora elementi della
lancia e del bastone roteante che grazie alla sua lunghezza ed il suo peso è
l’ideale per migliorare la postura e la forza del praticante, insegna a
bilanciare il corpo ed a migliorare la propria mira e velocità; il Dan-Bong bastone corto con cordicella,
un’arma molto versatile, può essere usato nella modalità del bastone o alla
stregua del nunciaku; e il Mu-Yom,
pratiche di respirazione accompagnate da movimenti del corpo e delle mani che
hanno lo scopo di migliorare la trasmissione energetica di tutto il corpo sul
punto desiderato.
Dalla
fusione dei quattro elementi (Hapki Yu Sul, Tae Kyon, armi e tecniche di
meditazione), nasce la prima versione dello Hapkido, ma i resoconti storici su chi e come questo
nome fu dato allo stile di arti marziali differiscono. Suh Bok Sub ha sostenuto
che nel 1959, lui e Choi decisero di abbreviare il nome della tecnica da 'hapki
yu kwon sool' ad Hapkido. Tuttavia, Ji Han Jae una volta affermò che fu lui il
primo ad usare tale termine per indicare
l'arte in questione.
La
disciplina combina abilmente gli stessi principi che si ritrovano nell’Aikido,
nello Aiki Ju-Jitsu e nel Tae kyon. La
seconda generazione di Maestri inserì anche tecniche evolute dello Yudo (il
Judo coreano che comprende anche una sezione di lotta a terra discretamente
impostata) ed alcune manovre di trapping simili agli stili cinesi come il
Wing-Chun.
Fonti:
khfhapkido.tripod.com, koreanhapkidofederation.com, visitkorea.or.kr , blackbeltmag.com, hkd.it,
hapkido.it, hapkidoiha.it, agapebbc.com, slco.org.
Cr
foto: agapebbc.com, slco.org
Art:
Ciao Korea
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