La dichiarazione ufficiale di Kim Jong-un: «Ultimatum alle forze ostili». Seul riposiziona le truppe. Nato: attacco possibile.
La Corea del Nord ha annunciato di essere entrata in uno «stato di guerra» con il Sud e che ogni questione tra i due paesi sarà trattata su questa base. Un passo ufficiale, dalle conseguenze per ora tutte da chiarire, che segue la dichiarazione d'allerta, da parte del leader nordcoreano Kim Jong-un, per tutte le unità missilistiche del paese che devono essere pronte al lancio contro le basi Usa nel sud del Pacifico e la Corea del Sud, in risposta all'invio di bombardieri strategici B-2 Stealth Usa per le esercitazioni congiunte con Seul. «Prendiamo queste minacce sul serio e restiamo in stretto contatto con i nostri alleati sud coreani» dice la Casa Bianca in un comunicato ufficiale.
Andiamo a vedere la dichiarazione di guerra da parte di Kim Jong-un - «D'ora in poi le relazioni inter-coreane sono di guerra e tutti i problemi tra le due Coree saranno trattati secondo un protocollo adatto alla guerra», dichiarazione rilanciata dall'agenzia ufficiale Kcna ; e ancora leggiamo - «Situazioni nella penisola coreana, che non sono nè di pace e nè di guerra, sono giunte alla fine», in cui si menziona la riunione d'emergenza convocata appena giovedì dal leader nordcoreano Kim Jong-un per approvare i piani che hanno per obiettivo mettere nel mirino target negli Usa e in Corea del Sud, dopo l'utilizzo dei super bombardieri B-2 nelle esercitazioni congiunte di Washington e Seul destinate a concludersi a fine aprile. La «decisione importante» di Kim è un ultimatum alle «forze ostili e una decisione definitiva per la giustizia».
Ora vediamo cosa ha risposto Seoul - La mossa di Pyongyang ha spinto la Corea del Sud ad aumentare il livello di guardia. Lo riporta l'agenzia Yonhap citando fonti militari di Seul, secondo cui sono in corso «movimenti di veicoli e truppe». Secondo le stesse fonti militari, Stati Uniti e Corea del Sud stanno mantenendo «una stretta» vigilanza sui movimenti alle basi del Nord. È ritenuto possibile, infatti, il lancio di missili come atto provocatorio, dato che il Nord ha reso noto martedì di avere le truppe «in assetto da combattimento», con le unità di artiglieria e balistiche «stategiche» in grado di colpire Corea del Sud, Stati Uniti e altri «obiettivi» riconducibili alle forze considerate «ostili» al regime. Secondo un'altra fonte, invece, movimenti di veicoli sono stati registrati al sito nordoccidentale di Tongchang-ri, lo stesso da dove è stato lanciato il razzo/satellite lo scorso 12 dicembre, rilanciando le ipotesi di un ulteriore test balistico in arrivo.
La Nato prende sul serio le mosse di Pyongyang e non esclude un attacco nordcoreano agli Stati Uniti. Lo ha dichiarato il vicesegretario generale dell'Alleanza, Alexander Vershbow.
credits : corriere.it
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